Fantasia di Natale - MVSR7078 | Musica

Il Natale probabilmente è la festa più importante nella Bella Italia. Gli italiani sono noti per il loro marcato senso della famiglia, la loro capacità di entusiasmarsi per le feste nonché – probabilmente per la loro vicinanza al Vaticano – per la loro religiosità. Perciò non c’è da meravigliarsi se in Italia il Natale si festeggia quasi quattro volte. Si inizia il 6 dicembre con San Nicola, quando si allestisce l’albero di Natale. Una settimana dopo, il 13 dicembre, si commemora Santa Lucia, la messaggera della luce. Il 24 dicembre si invita la famiglia a festa e dopo la cena si va alla messa di mezzanotte, che dà l’avvio al 25 dicembre, la giornata festiva più importante in Italia. Chi non ha ancora ricevuto alcun regalo da Gesù bambino deve attendere fino al giorno dei Re Magi, quando arriva la befana a cavallo di una scopa e di notte scivola nel camino e ai bravi bambini nasconde qualcosa nelle calze che sono state appese al camino. Secondo un’altra tradizione, nove giorni prima del Natale i pastori scendevano dai monti e si recavano nei paesi e nelle città a cantare le loro canzoni, accompagnati da una zampogna e da una ciaramella. E per introdurre la sua “Fantasia di Natale” Luigi di Ghisallo sceglie una canzone della tradizione napoletana. La pastorale “Canzone d’i Zampognari” rispecchia sia nel suono che nel ritmo la musica natalizia dei pastori. Un breve movimento di “Canto dei Pastori”, adatto alla canzone nel tema e nella sua delicata sobrietà, introduce al suono di tutti gli strumenti a fiato in legno. Questo suono brilla con l’amata canzone “Gesù Bambin l’è nato”, un antico canto canavese. Il corale assorto narra il messaggio del Natale con numerosi cambi ritmici, che però si basano costantemente su note semiminime. La fantasia si conclude con la tradizionale canzone di Natale “Dormi, O Bel Bambin”. Come nell’originale, l’introduzione assolo di una delicata voce femminile è affiancata dal coro e gli strumenti a fiato in legno suonano con cantilene sommesse e dolci. Il refrain cambia secondo il suo riferimento testuale, come una nenia o una ninnananna, in un ritmo danzante e oscillante di tre ottavi e alla fine diventa di nuovo così delicato e sommesso da far pensare che Gesù Bambino si sia addormentato. E adesso shhh, silenzio! Perché ai bambini che non sono stati bravi la befana lascia solo pezzi di carbone nella calza.

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